Diario

Gravidanza, voglia di maternità e Chestburster

Oggi vorrei parlarvi di un argomento un po delicato a cui penso sempre più spesso ultimamente, soprattutto quando mi ritrovo a fantasticare sul mio futuro : la genitorialità.  Probabilmente questo è uno dei punti che più di tutti ha portato al rifiuto di mio padre verso la mia transizione. Per lui io ero il primo figlio maschio incaricato di portare avanti il cognome di famiglia, magari a mia volta con un primogenito maschio a cui dare il suo nome. Piccola premessa, ho due fratelli ed una sorella che hanno già dei figli. Mio fratello ha due maschietti a cui non ha dato il nome di mio padre ( cosa che l’ha fatto veramente incazzare e rafforzare le sue speranze su di me),e mia sorella due femminucce ( va be in quel caso non ci sarebbe stata comunque continuità di cognome). Quello che non ha mai capito e che, al di la della mia consapevolezza, non sarei mai voluta diventare “padre” anzi, l’idea di diventare genitore mi terrorizzava . Se mi avessero chiesto la prima cosa che mi veniva in mente quando pensavo alla maternità, avrei risposto il film Alien. Non so perché collegavo l’idea di una nuova vita che cresce in un corpo  all’attacco di un facehugger che, dopo aver impiantato nel corpo della vittima il proprio embrione, restava li in attesa 9 mesi fino alla formazione di un chestburster dalla forma umana, che a breve sarebbe esploso dalla pancia della vittima. . Non so se questo collegamento fosse frutto delle esperienze legate alla mia famiglia o per il disagio che provavo verso me stessa, in un periodo in cui non avevo ancora identificato e riconosciuto le cause di quel disagio. Ora se devo esse sincera, non è più cosi.  Non so dirvi da quanto o cosa ha fatto scattare questo cambiamento, ma oggi quando sento parlare di maternità non riesco a non sentire una strana sensazione di vuoto, un peso che mi trascina in uno stato di strana tristezza. Una tristezza a cui non riesco a dare un significato razionale. Ho chiesto quindi a mia sorella di provare a spiegarmi cosa si prova a sentire una vita che ti cresce lentamente dentro. Ma niente.. non sono riuscita a cogliere di conseguenza a trattenere nessun tipo di immagine\sensazione. Non posso fare a meno comunque di chiedermi cosa ha fatto scattare queste sensazioni, cos’è cambiato in me. Sia chiaro… anche se il mio corpo fosse ideo al concepimento o se ne avessi le possibilità, per il periodo di instabilità economica che sto vivendo per non parlare del momento storico\politico, l’idea di averne uno ora non mi sfiorerebbe nemmeno. Nonostante ci sarebbero varie alternative al concepimento naturale ( gpa, adozione ecc ecc) non riesco a non avere una marea di dubbi e paure. Che futuro attenderebbe quest* mi* ipotetic figli*. Tra persone che, dimenticando un passato abbastanza recente fatto di emigrazione, dittatura, deportazioni e guerre, continuano ad inneggiare alla morte di migliaia di persone che fuggono da situazioni di estremo pericolo, o che si accaniscono con estrema violenza contro chi è considerato diverso. Violenza verbale e fisica legittimata da un governo che definire fascista è poco ( vedi le continue dichiarazioni del ministro Fontana e di Salvini sulle famiglie arcobaleno). Quindi mi chiedo. Cosa avrebbe da offrire ad una nuova vita un mondo come il nostro? Cosa avrei io da offrire. Ma soprattutto sarei disposta a “far nascere” un* bambin* sapendo che si troverebbe a vivere in uno stato che discrimina continuamente tutte le famiglie ritenute non “normali”, per un mio desiderio di genitorialità , anche  futuro? Se vi va comunque parlatemi delle vostre esperienze legate alla genitorialità, sensazioni, aspettative, paure. Mi farebbe davvero piacere confrontarmi su un argomento tanto complesso e delicato.

7 pensieri riguardo “Gravidanza, voglia di maternità e Chestburster

  1. Per come la vedo io, la sensazione di vuoto che tu senti e’ indotta da una societa’ in cui, in ogni angolo, e’ sbandierata l’importanza di far figli e tutto si riduce all’assistenza dei genitori in vecchiaia o al cognome, secondo il mio parere non vedo molti lati positivi nella maternita’. Per come la vedo io, basandomi sulla mia esperienza personale, prima di far figli preferisco ingoiare un ombrello.

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    1. Concordo Lara. Io sono l’unico della famiglia in grado di portare avanti il cognome, ma non lo farò mai. Almeno all’interno della mia famiglia queste stupidate medievali non esistono, diverso invece il discorso con tutto il resto del mondo. Mi sono sentito praticamente ordinare di trovarmi una ragazza (si vabbé sorvoliamo su questo) e di fare quanti più figli (ovviamente maschi) possibili. Ma siamo sicuri di vivere nel 2018? Voglio fare tante cose prima di convivere ed avere figli… morire per esempio.

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      1. A me invece non dispiacerebbe un giorno diventare madre, ovviamente senza privarmi di obbiettivi e soddisfazioni personali . ripeto non so se è indottrinamento culturale, ma nel dubbio non vorrei privarmi di questo . Comunque ho “tutto il tempo” per pensarci.

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      2. Se senti che è una cosa a cui tieni dovresti farla. Non tutte le persone sono così e, purtroppo, è motivo di (ulteriore) discriminazione 😦

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  2. Mi stavo giusto facendo domande simili sul mio blog nel mio ultimo post a proposito dei childfree e secondo me, più che una scelta consapevole, in molti casi è una scelta forzata dovuta alle incertezze, non solo economiche, se ti va di passare, mi farebbe piacere un confronto.

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