Mondo T · Racconti brevi

Mentre tutto muore

E fu cosi che decisero di tornare a letto.
Mentre il mondo pregava,impazziva,lottava invano contro un meritato destino, loro decisero di amarsi ancora una volta, di vivere quegli ultimi momenti di vita insieme, fondendosi in un unico corpo. Entrambi desideravano ancora una volta quel contatto, quell’incrocio di sguardi e respiri, quelle sensazioni che mai più avrebbero provato e che aveva accompagnato il loro tempo insieme. Lei desiderava ancora una volta che il suo corpo l’avvolgesse, agognava ancora una volta quei gemiti, quei respiri affannosi, quegli spasmi, che lui gli avrebbe donato quando si sarebbe mossa con più audacia e con frequenza maggiore.
Lui l’avrebbe accolta dentro di se con la solita naturalezza, come due pezzi perfettamente combacianti. Ancora una volta avrebbe atteso ogni suo movimento come una danza ipnotica e accolto le sue parole dominanti, con un segnale di dolcissima resa. Lei inaspettatamente si era trovata fin dall’inizio a guidare ogni loro incontro, ogni loro contatto. Al di la di ogni sua immaginazione, di ogni imposizione sociale, lei caparbiamente aveva ricoperto quella posizione che non aveva cercato, ne voluto, ma che riusciva a mantenere nonostante tutto, nonostante se stessa. Un po per orgoglio verso chi vedeva in quei gesti qualcosa da attribuire al genere opposto, ma soprattutto per amore, aveva fatto suo quello spirito dominatore. Sapeva che vederla prevalere era tutto ciò che lui voleva e riusciva a sentire. Lui fin dall’inizio non aveva fatto altro che essere se stesso, contro quella sfilza di “se stesso” che la società avrebbe voluto attribuirgli. Vedere il corpo di lei, che da sempre aveva ammirato nonostante tutti i difetti che lei gli aveva fatto notare, ancora una volta dominante e dominatore, aveva reso questi ultimi momenti infiniti, estemporanei da tutto il resto. Come se quelle urla di disperazione e di preghiera che sentiva dall’esterno della loro abitazione fossero il sottofondo di uno dei tanti film che avevano lasciato a metà, distratti dall’odore di voglia e desiderio dei loro corpi. Lei aveva imparato a distinguere nitidamente l’odore del suo desiderio, della sua voglia. Le bastava toccare con una mano il suo ventre, caldo ed accogliente, ed avrebbe sentito chiaramente nell’aria quel profumo che l’avrebbe eccitata e inebriata, come il mosto appena lavorato. Timidamente era riuscita a confessarglielo durante il loro primo anno di relazione, in uno dei tanti viaggi in macchina, ma era sempre stata scettica sul suo averla presa sul serio. Oggi probabilmente, mentre tutto moriva, anche lui avrebbe sentito rinascere quell’istinto quasi primordiale tra i suoi sensi. Avrebbe capito quei momenti in cui, quando lei a pieni polmoni respirava l’aria intorno a loro, esclamava ingenuamente di sentire i suoi ormoni espandersi nelle narici. Avrebbe capito e ne avrebbe fatto incetta.
E mentre tutto moriva.
In un mondo che non aveva capito che nulla è fisso, nulla è predestinato, soprattutto in “desideriumanimae et corporis, e che invano aveva cercato di imporre nelle loro menti un impostazione che loro naturalmente e istintivamente avevano ignorato, loro ancora una volta avevano sfidato con finta inconsapevolezza quell’immutabilità mutabile e plasmabile.
Ancora una volta e forse per l’ultima volta si erano ritrovati uniti in un unico corpo caldo .
E mentre tutto moriva loro si amarono ancora una volta.
In un accecante bagliore che entrambi ignorarono poiché entrambi già accecati dal bagliore dei rispettivi corpi, distesi in un imperfetta imperfezione.

Piccola “postfazione”

Stamattina mi sono svegliata con quest’immagine nella testa ed ho deciso di riversarla su “carta”. Col senno di poi mi ha ricordato per certi versi un film di Lorene Scafaria, “Cercasi amore per la fine del mondo”,con protagonisti Steve Carelle e Keira Knightley, anche se il finale e la storia in se sono abbastanza diversi.
Avevo solo un immagine e delle sensazioni che da sole si sono riversate su una pagina word. (Magari fossi in questo stato d’ispirazione più spesso).
Pochi istanti, due persone abbracciate dopo aver fatto l’amore con una luce accecante che invade la loro finestra, ma che nonostante tutto non distrae il loro sguardo l’uno dal corpo dell’altra.  Tutto il resto si è scritto da se.
Spero apprezziate il tentativo.

4 pensieri riguardo “Mentre tutto muore

    1. In realtà no XD siete voi( e sopratutto te) con i vostri commenti a farmi continuare col blog. Oggi come ho scritto ero particolarmente ispirata, quindi il pezzo si è scritto da se. Era come se al mio risveglio sentissi il calore di quella luce proveniente dalle finestre, quelle voci piene di disperazione coperte dal nostro respiro, in una sensazione di calma inverosimile per la situazione che ho immaginato. Di conseguenza è stato come se avessi descritto una sensazione ipoteticamente vissuta( anche se solo nel mio immaginario). Come ho detto si è scritto da se.
      Ps Grazie ancora per i tuoi gentilissimi complimenti

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      1. L’ispirazione è forse il problema più grande di ogni persona che scrive. Puoi avere idee, passione, preparazione, ma se ti manca quella è impossibile anche solo cominciare. James Joyce diceva: oggi è stata una buona giornata, ho scritto una frase. Non sei sola. Puoi provare a crearti le condizioni favorevoli per avere l’ispirazione, magari riproducendo quelle che ti hanno permesso di scrivere questo articolo o creartene di nuove. Perché sei davvero brava, ti ammiro molto.

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